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PER mette in campo idee per costruire dal basso un modello di sviluppo che non alimenti disuguaglianze, chiamando alla responsabilità tutti coloro che desiderano creare una solida alternativa culturale, sociale ed economica allo stato dell’illegalità. Donne e uomini, laici credenti, provenienti dall’associazionismo, dal volontariato e dal terzo settore si uniscono, in maniera gratuita e disinteressata, per costruire insieme la “casa comune”, animati da responsabilità e solidarietà. In questa prospettiva è chiara la visione europeista che connota il nostro progetto politico caratterizzato da un forte senso di umanità e da una dinamica tensione alla cooperazione, all’unità e a sentimenti di laica fraternità. L’idea di bene comune che ci anima è sostenuta dalla “logica del noi” che, coltivando e custodendo un’amicizia civile, vuole generare una coscienza che non lasci spazio a visioni di parte o ad egoismi legati al potere o all’accaparramento di poltrone, scalzando di fatto quella logica di corruzione e familistica che ancora sembra caratterizzare le nostre comunità. La recente crisi sanitaria determinata dal Covid-19, che sembra consegnarci un mondo in radicale metamorfosi, così come altre crisi già note e ben più antiche, tracciano una rotta che la nostra Regione non può non perseguire: ricostruzione e resilienza, investendo e lottando per alcuni fondamentali punti ispirati dall’insostituibile primato della dignità della persona umana.

Partiamo dalla famiglia, istituzione fondamentale della società e pertanto al centro della nostra attenzione. Per le famiglie riteniamo sia necessario integrare con risorse regionali l’assegno unico per i figli e prevedere un piano straordinario per i bambini da 0 a 6 anni. Sostenere le famiglie è sostenere in particolar modo le donne, perché possano aprirsi serenamente al mondo del lavoro; è sostenere entrambi i genitori perché possano armonizzare i tempi del lavoro con quelli della famiglia, della cura dei propri cari. È, dunque, importante che la Regione faccia proprio il patto per la natalità e si adoperi con misure straordinarie per far fronte alle due cause principali di povertà: la perdita di lavoro da parte di un membro della famiglia e la nascita di un figlio. Senza lavoro non c’è dignità! Non possiamo lasciare che si finisca nelle maglie della criminalità, del lavoro nero, dell’usura, dell’indebitamento, per garantire ai propri cari un piatto da mettere a tavola.

Parlare di famiglia è affrontare anche tutte quelle fragilità legate al mondo della disabilità e che spesso sono fonte di esclusione, diseguaglianza, di ulteriore povertà. È importante istituire l’anagrafe regionale delle disabilità e prevedere finanziamenti strutturali alle politiche sociali per i non autosufficienti: assegno per i caregivers, “dopo di noi” e “durante noi”, mobilità, accessibilità, lavoro. Ricordandoci che l’isolamento vissuto nella fase di lockdown è per tante sorelle e fratelli disabili una condizione perenne.

Più in generale da un punto di vista delle cure e dei servizi è palese che occorre migliorare la quota di sanità pubblica senza indebolire però le esperienze positive del privato convenzionato.

La crisi da Covid-19 ha poi ulteriormente evidenziato la necessità di rilanciare su base territoriale la rete dei medici di famiglia.

La famiglia è l’immagine paradigmatica di comunità e richiama quello che trasversalmente si definisce welfare di comunità che comprende la cura dell’altro, l’accompagnamento nella crescita e nel miglioramento delle proprie condizioni di vita: una comunità che si prende cura di chi ha bisogno aiuta ad abbattere i costi ma anche a distribuire valore e a costruire quell’ecologia integrale cioè quel bene comune inteso come insieme di “condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente”. Il Budget di Salute, già legge in Campania, debitamente potenziato e rafforzato è occasione concreta per restituire centralità alla persona, adoperandosi per il pieno recupero di ogni persona (con disabilità psichica o fisica, ex detenuti, ex tossicodipendenti, ecc) non solo da un punto di vista sanitario, ma anche sociale. Al welfare di comunità fa sponda l’idea di una “giustizia di comunità” che inizia dall’inclusione sociale, il più efficace strumento di contrasto al potere di ogni boss. Giustizia e welfare insieme possono e devono realizzare percorsi di recupero e di risocializzazione coinvolgendo la comunità affinchè essa stessa possa con mano constatare la rieducazione del trasgressore e superare stereotipi e pregiudizi consentendo al trasgressore di sviluppare legami significativi e positivi con la comunità.

La scuola è altro asso portante della nostra politica, istituzione fondamentale, insieme alla famiglia, di socializzazione, di crescita e maturazione, spazio essenziale in cui si progetta il futuro delle nuove generazioni. Spesso, nel nostro Meridione, è anche l’unico presidio di legalità e giustizia, argine esclusivo a fenomeni di devianza minorile: urge il rafforzamento di misure incisive, sia strutturali che economiche, per frenare evasione e dispersione scolastica. Rafforzamento dell’autonomia degli istituti scolastici con adeguati finanziamenti, miglioramento della qualità dell’offerta formativa, esercizio effettivo della libertà di scelta educativa e formativa da parte delle famiglie sono ulteriori punti essenziali insieme all’accountability cioè il dovere istituzionale di rendere conto dei risultati conseguiti in termini di apprendimento degli alunni. La scuola deve catalizzare intorno a sé ogni forza sociale e culturale sul territorio (cooperative, parrocchie, associazioni, movimenti …) per dar vita ad un patto di comunità con gli enti locali, realizzando e rivitalizzando la dimensione sussidiaria che vede nella scuola il soggetto istituzionale più vicino al cittadino e pertanto il fulcro di una comunità di rete volta a valorizzare il capitale sociale presente sul territorio. Le famiglie sono chiamate d’altra parte a rendere operativo il patto di corresponsabilità, riconoscendo ad esse un ruolo privilegiato e indispensabile nella formazione ed educazione dei figli. In tal senso va incentivata la partecipazione agli organi collegiali e alla vita dell’istituzione scolastica in genere, luoghi non “burocratici”, ma di reale incontro tra le parti. Così come va favorito e rafforzato il sistema pubblico integrato tra scuola statale e scuola paritaria al fine di migliorare la qualità dei servizi alle famiglie. In ultimo la scuola deve tornare ad essere luogo in cui ci si forma al lavoro: innovazione digitale, accordi con piccole e medie imprese, avvio alle professioni, incentivi a start-up giovanili che nascono da realtà scolastiche ecc. sono solo alcuni piccoli esempi per rinsaldare il binomio scuola-lavoro.

Sul versante del lavoro, un piano di marketing territoriale legato alla valorizzazione della Zona Economica Speciale (ZES), favorendo l’inserimento di nuove imprese in Campania, è tra le proposte da promuovere insieme al consolidamento delle filiere delle industrie creative, cinema e audiovisivo e allo sviluppo di un polo dell’ICT e dei servizi digitali attraverso un sostegno alle iniziative formative e imprenditoriali che già oggi raggiungono livelli di eccellenza ma che hanno ancora ampi spazi di crescita.

Nei piani di investimenti per la digitalizzazione è necessario privilegiare le aree interne a rischio spopolamento creando le condizioni per restare, fare impresa e valorizzare il territorio.

Le risorse naturali e paesistiche che il mondo ci invidia vanno sempre più rilanciate con politiche che mirino ad un turismo realmente sostenibile. Il turismo è uno dei volani economici più rilevanti della nostra regione pertanto è importante provvedere a scelte di programmazione tese a decongestionare i luoghi fortemente antropizzati e valorizzare altri siti ed esperienze, spesso al difuori dei percorsi più conosciuti, avviando politiche per la redistribuzione dell’attivo prodotto dal turismo al fine di sostenere e supportare le aree interne e meno conosciute. Un discorso che sebbene con sfumature diverse focalizza l’attenzione sulla necessità di riqualificazione e rigenerazione delle nostre periferie non solo geografiche ma anche esistenziali. Il turismo enogastronomico di valorizzazione delle eccellenze della filiera agroalimentare è ulteriore occasione di sviluppo per un’agricoltura di qualità che sia in grado di essere anche reale sbocco lavorativo. Su questo versante della tipicità è necessario continuare ad incentivare le Unioni di Comuni e organizzare servizi in forma associata nell’ottica di valorizzazione delle piccole e piccolissime comunità e dell’efficienza delle prestazioni da fornire. Un turismo che sia di qualità e sia sostenibile non può che chiamare in causa l’ambiente e la qualità della vita in ogni angolo della Regione. In questo senso occorre orientare i sostegni regionali alla ricerca nei progetti finalizzati a contrastare i cambiamenti climatici e a ridurre l’impatto ambientale dei sistemi di trasporto. Completare l’impiantistica del ciclo integrato dei rifiuti e il piano di eliminazione delle ecoballe e implementare sistemi di controllo e videosorveglianza per la lotta agli sversamenti abusivi, agli incendi di rifiuti e agli scarichi illegali a mare e nei corsi d’acqua. Ancora vigilare sui fenomeni di abusivismo edilizio diffusi sull’intero territorio regionale spesso proprio nelle aree più a rischio idro-geologico. Istituire reti civiche di prevenzione ed educazione ambientale che coinvolgano pienamente scuole e associazioni è così una priorità. La sostenibilità non può che passare anche attraverso la mobilità per cui è importante proseguire nella riqualificazione della Circumvesuviana e velocizzare il completamento della rete metropolitana e dei trasporti regionali perché si faccia sempre più a meno del trasporto privato. Incentivare la mobilità sostenibile come ad esempio car e bike sharing è sempre più urgente.

La lezione che ci lascia il Covid-19 è una necessaria ulteriore pista per le politiche dei prossimi anni ed è declinabile in tre possibili termini: verde, digitale, inclusività. L’economista Becchetti li spiega auspicando precisi impegni: creazione di valore economico, creazione di lavoro, riduzione del rischio ambientale, riduzione del rischio sanitario/pandemico, aumento della ricchezza di tempo (anche attraverso forme regolate di smartworking) e della ricchezza del senso di vivere.

Queste linee programmatiche cercano, per quanto possibile, di ispirarsi al principio del “tutto è connesso”, riconoscendo nella realtà l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità. Papa Francesco scrive nella Laudato si’ “Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola”. Noi di PER vogliamo, invece, servire questa realtà con umiltà, dedizione e determinazione.

 

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